Lezione 3^- Lugnacco, Pecco, Vistrorio, Issiglio, Vidracco, Brosso, Castelnuovo Nigra, Villa Castelnuovo, Chiesanuova, Pont Canavese, Locana, Sparone, Cintano (Piova) 

Prima di iniziare questa lezione, credo di dover chiarire l’esatto significato di un’ espressione francese, clocher-porche, cui già ho fatto cenno la volta scorsa. La traduzione letterale di clocher-porche è “campanile-atrio” o “campanile-porticato”; come termine architettonico indica un campanile inserito al centro della facciata, alla cui base si apre un ingresso a portico, che dà adito all’ingresso alla chiesa. “Il Canavesano 2004” alla pag. 170 reca una tabella, da cui risulta che in Italia esistono 34 campanili di questo tipo;  in Piemonte ce ne sono 10, di cui ben 7 si trovano in Canavese, per l’esattezza a Bollengo (S.S. Pietro e Paolo), Chiaverano (S. Stefano di Sessano), Lugnacco (S. Maria), Pecco (S. Michele), Strambinello (S. Ilario), Oglianico (S. Pietro di Livesa), Piverone (S. Pietro di Subloco). Tutti questi clocher-porche (ad eccezione di quello di Oglianico, la cui datazione è incerta)furono edificati fra l’XI ed il XII secolo. 

Partiamo proprio da un paesino canavesano dove sopravvive un bell’ esemplare di questa tipologia di campanili, cioè Lugnacco.

La pieve, dedicata alla Purificazione di Maria Vergine, che tutt’ora  svolge le funzioni di parrocchia, è la più antica chiesa della Valchiusella. Infatti fu costruita, in stile romanico, all’inizio del sec. XI, dove erano le fondamenta di un tempio, o comunque un luogo di culto pagano. Per l’ingresso si adottò la soluzione del clocher-porche, con una volta a botte a sesto ribassato.*** 1-2-3-4 ***Il campanile è la parte superstite della più antica chiesa, cosi pure la fila di sette archetti gemelli visibile sul lato nord.*** 5-6 – 7 – 8 – 9  ***L’edificio fin dall’origine aveva struttura basilicale, a tre navate; durante i secoli, naturalmente, fu sottoposto a rifacimenti più o meno profondi.Adiacente, vi è il cimitero.*** 10 ***Vi è pure un grande monolito affusolato,*** 11 – 12 *** risalente almeno all’età del bronzo (fra il 2000 ed il 700 a.C.) rinvenuto in zona nel 1975 dai ricercatori del GAC (Gruppo Archeologico Canavesano), che lo ritengono un menhir, propiziatore della fecondità delle donne. Il menhir , seppure con forma molto più rozza e  dimensioni assai minori  (infatti misura in altezza m 3,85 ed alla circonferenza di base m 1,20 con un peso di circa 1,8 t), è un monumento analogo ai ben più famosi obelischi egiziani ed ha il merito storico di confermare la presenza in loco di antichissimi culti pagani.Ritengo opportuno chiarire ora il significato della parola  Pieve, o Pievania, ricavata dal latino plebs, secondo alcuni studiosi da intendersi semplicemente = comunità. A mio avviso si dovrebbe invece intendere come “plebe”, cioè nel significato latino,  che non comprendeva i nobili o patrizi. L’insieme di plebe e patrizi dava luogo alla “civitas”. È plausibile pensare che nei piccoli agglomerati, dove sorgevano le pievi, la totalità degli abitanti fosse costituita da povera gente, cioè da plebei. Originariamente la pievania riallacciandosi alle prime istituzioni romano-cristiane, indicava infatti il distretto, corrispondente forse alle antiche circoscrizioni pagensi italiche amministrato nell’alto medioevo dalla Chiesa battesimale, matrice di tutte le chiese e cappelle minori e dipendenti: in seguito passò a designare la chiesa del capoluogo nel suo edificio materiale e nella massa dei fedeli concepita come un “quid unum”; troviamo in tal senso l’espressione usata in Italia già nel V secolo con un clero capeggiato da un Pievano (Plebano). Si diffuse solo nell’Italia centrosettentrionale ma con l’aumento dell’importanza delle chiese figlie vi fu una graduale sparizione delle pievanie; nel XV secolo a seguito del Concilio di Trento subentrò l’organizzazione in parrocchie.  

Pecco 

La  chiesa di S. Michele era una dipendenza della pieve di Lugnacco. Ne rimane solo il campanile, inglobato nella facciata.*** 13 - 15 ***Nella frazione di Gauna vi è una graziosa cappella dedicata a S. Rocco, e questo ci induce a considerarla collegata con qualche pestilenza.*** 16 –19 *** 

Brosso  

Sul crinale di una collina, da cui si può ammirare uno dei più spettacolari panorami della conca eporediese  sorge la chiesa parrocchiale di San Michele Arcangelo, eretta nel sec. XI dove anticamente vi era un tempietto romano dedicato al dio Sole; ampliata nel XIII secolo, nel XVI secolo assunse l’attuale aspetto gotico rustico, con all’interno 9 altari.***20 – 25  - 26 ***A fianco, seppure non conglobato con la Chiesa, vi è il cimitero, quindi la parrocchiale si può considerare una chiesa cimiteriale.*** 27***Il complesso è assai vicino ad un profondo strapiombo, da cui, pochi anni or sono, si è staccata una frana, che fece temere per l’incolumità della chiesa e del cimitero.Il Bertolotti, descrivendo la chiesa, riferisce anche un leggendario episodio, tramandato fino ai suoi tempi dalla memoria popolare. Nella stesura del suo capolavoro, Passeggiate nel Canavese, molto spesso dà veste di intervista all’abbondante materiale raccolto chiacchierando con persone del luogo. Questa volta, il suo interlocutore era stato l’economo parrocchiale. Sovra un poggio, che domina la sottostante pianura, vicino alla chiesa parrocchiale, mi fece vedere gli avanzi dell’ antico castello. La balza è quasi a picco; e quivi la tradizione popolare racconta che, in una sommossa dei terrazzani contro il feudatario, questo fu preso e rinchiuso in una botte e giù rotolato dall’eminente altura.Spesso, le tradizioni popolari erano assai crudeli e sanguinolente. A volte, come in questo caso, può sorgere il sospetto che vi fosse un remoto ricordo della storia dell’antica Roma giunto per varie vie, un prete, un maestro elementare o qualche cantastorie di passaggio, che a modo loro avevano raccontato, con gli opportuni cambiamenti per adattarla alle orecchie di ascoltatori, certamente di scarsa o del tutto assente cultura, la storia venata di leggenda di Attilio Regolo, il console romano inviato in Africa durante la prima guerra punica, il quale, nel 256 a.C., fu catturato ed ucciso facendolo rotolare giù per una china entro una botte irta di punte acuminate.    

Vistrorio 

Poco discosto dal paese, sepolta fra i boschetti di robinie ed ontani costeggianti il Chiusella, ecco, appare la bella cappelletta di San Rocco, sopra un promontorio di roccia, un tempo lambito dal torrente.***28 – 29 – 30 ***La chiesetta non è molto antica: risale infatti agli anni fra il 1630 ed il 1640, e fu costruita utilizzando presumibilmente un antico edificio, adibito a lazzaretto durante le numerose epidemie che costellarono tragicamente il Medio Evo, e la sua stessa data di costruzione, coeva o di poco posteriore ad una delle più gravi pestilenze, può far pensare, anche se non ne ho trovato conferma documentale, che si sia trattato di un ex-voto, tanto più se si considera la sua dedicazione a San Rocco, tradizionalmente visto come salvaguardia dalla peste.Non ha nulla a che vedere con l’argomento che stiamo trattando, ma voglio spendere  qualche parola per mostrare i vicini resti di un’arcata d’un ponte detto ponte romano dai vistroriesi.Che risalga ai romani oppure no, è comunque quasi certo che doveva essere costituito da tre arcate disposte a schiena d’asino, quindi, a giudicare dall’arcata centrale sopravvissuta, era un’opera maestosa ed elegante, ma resa inutile da un capriccio del Chiusella che, in epoca imprecisata, cambiò il suo corso. Cessata la sua funzione cessò anche la sua manutenzione e col tempo in gran parte scomparve.Questo è quanto di lui rimane ai nostri giorni.*** 31 -  32- 33 *** 

Issiglio 

La chiesa di S. Pietro in Vincoli fu costruita con tutta probabilità intorno all’anno 1000 e sorge nel cimitero di Issiglio.*** 34 – 39 ***Conserva affreschi del XV secolo che sono stati riscoperti sotto varie imbiancature.*** 40 - 44 *** La sua antichità è testimoniata dall’abside romanica, abbellita da archetti pensili, in parte oggi nascosti da una costruzione funeraria addossata alla chiesa.*** tornare a 37 e 38***Fino al 1696 fu chiesa parrocchiale anche per Vidracco, poi quest’ultimo paese ebbe una parrocchia propria e ad Issiglio si costruì una chiesa nuova, anch’essa dedicata a San Pietro in Vincoli, mentre la vecchia parrocchiale continuò ad essere usata, ma solo come chiesa cimiteriale. 

Vidracco 

A Vidracco vi è una chiesa cimiteriale, costituita da una cappelletta, dedicata a San Mauro, in mezzo al cimitero.*** 45 – 46  ***  

Pont Canavese

 La pieve di Santa Maria di Doblazio *** 47 – 48 *** è una della più antiche del Canavese, infatti potrebbe risalire addirittura al IV secolo d. C., quantunque i primi documenti in cui è citata non risalgano più indietro del sec. XI.  Fu sede parrocchiale sino al 1879. Sorta vicino a un insediamento preistorico, subì attraverso i secoli molti rifacimenti e modifiche.La chiesa  ha una pianta a parallelogramma, per l’esattezza a trapezio rettangolo, cioè con una parete inclinata rispetto alle fiancate longitudinali. La cosa più curiosa, unica in Piemonte, e forse, a quanto mi risulta, anche nel resto d’Italia, è che vi sono due altari maggiori affiancati contro la parete obliqua. Quello a sinistra è dedicato all’ Assunta, quello a destra alla B.V. delle Grazie*** 49 ***Sopra l’altare posto a destra un antico affresco rappresenta la miracolosa apparizione della Vergine al popolo, che ella copre col manto; le braccia aperte della Madonna vengono interpretate come un atto di protezione dei fedeli.*** 52 ***Nella parete di sinistra si vede l’altare di S. Rocco, con una statua del 1630, posta per invocare la protezione del Santo contro la grande peste.*** 53  ***A fianco, ecco l’altare di Santa Lucia e di Sant’ Apollonia. La prima è la protettrice della vista, così necessaria a chi doveva fare lavori di tessitura. A sant’Apollonia, secondo la tradizione, vennero strappati i denti, quindi veniva invocata in caso di mal di denti.*** 54 *** Al centro della chiesa vi è un’alta colonna monolitica, contenente due archi di volta. *** 56-57 ***Queste sono altre immagini dell’interno, purtroppo di pessima qualità *** 58 - 64***L’unica iscrizione cristiana latina, ancora visibile, è in lettere gotiche, e risalirebbe alla metà del secolo XIV.In sacrestia, una piccola urna con coperchio in marmo reca scolpiti gotici ornati con lo stemma dei Savoia e con i nodi dell’Annunziata.Si presume che sia un dono di Amedeo di Savoia (il conte Rosso) all’antica chiesa, quando, per lodo arbitrale di Gian Galeazzo Visconti nel 1389, Pont passò sotto il suo dominio.La piazzetta davanti alla porta della chiesa è del 1740. Curiosità fra storia e leggenda La leggenda racconta che fu una mula a scegliere il luogo dove costruire una chiesa così lontana dal paese, infatti la tradizione popolare narrava che i De Doblazio, signori del borgo che sorgeva ai piedi della rupe, avessero una cappella; una terribile piena del rio Ladret la distrusse completamente. I signori ne decisero la ricostruzione, ma i lavori eseguiti di giorno venivano sistematicamente sabotati di notte; furono consultati sacerdoti e santoni per trovare una soluzione... infine una “santa”, cioè una donna che curava le malattie con le erbe e con riti magici e prediceva il futuro, suggerì di lasciare libera una mula bianca, sul cui basto dovevano essere caricati gli strumenti da muratore, e di costruire la chiesa dove essa si sarebbe fermata. La mula si fermò su questo costone e la chiesa fu qui costruita.Sotto la chiesa e la sacrestia vi sono molti cunicoli, usati anticamente come luogo di sepoltura. Per motivi di sicurezza, di questi sotterranei si può visitare solo un breve tratto.Si può però avere un’idea di quanti defunti vi siano stati sepolti, anche se non completa, visitando l’ossario, in cui è raccolta una parte delle ossa sparse nelle gallerie. *** 65 – 68 -  69 – 70 – 72 - 73 ***Un ultimo saluto a Doblazio*** 74 – 75 ***

 Cintano (Piova)

Cintano, in valle Sacra, è un piccolo comune di circa 260 abitanti.Poco oltre l’edificio comunale vi è una cappella dedicata a San Rocco: questa intitolazione ci rivela immediatamente essere stata costruita in occasione di una delle tante pestilenze che afflissero il Canavese durante molti secoli, anche se non sempre si trattava di peste bubbonica, ma il santo era invocato in occasione di qualunque epidemia responsabile di un rilevante numero di decessi.Sempre in territorio di Cintano sorge il bel Santuario di Piova, uno dei più noti della valle Sacra, dedicato alla Madonna delle Grazie e assai frequentato dai canavesani. Si tratta di un vasto e imponente edificio ottocentesco, sorto, attorno ad un’antica cappella per iniziativa del conte Filippo San Martino di Agliè, che nel 1784 incaricò di questo progetto un noto architetto dell’epoca, Costanzo Michele, autore di alcune splendide chiese barocche.***76 – 79 ***Purtroppo la morte del San Martino non consentì di realizzare i disegni del Michele e, dopo non poche traversie, il santuario venne terminato verso il 1820.  L’edificio, molto ampio e luminoso, servì anche da ospedale militare durante le guerre napoleoniche, fu sede estiva del seminario di Ivrea, poi dei salesiani, e fu utilizzato come colonia estiva. Attualmente, restaurato a cura della Comunità montana della valle Sacra, ospita una casa di riposo per anziani.*** 80 -  84 ***  Ecco che cosa ne scrive il Bertolotti (V,560-62).Venni al santuario di Piova, sotto la protezione della Madonna della Neve, la cui festa si celebra con numerosissimo concorso di gente.Il Santuario trovasi in mezzo ad un bacino, ed ha annesso un spazioso casamento, di soda e non inelegante costruzione.La chiesa, ad uso anche delle popolazioni vicine, ha forma di croce latina. Leggesi nel suo interno la seguente iscrizione:Adeste populiVotis tandem vestris factum est satisCur situs estUbi B.M.V.assurgebat effigiesQuamEdicente episcopoD.D. P.P.I. Dominicus Gallus et Michael D. MelchioribusConcorditer amovereDie XXI julii anno sal. 1731Usque caritas vestra namquam excîdatHoc perenne conventi monumentumP. P.A spiegazione dell’ istessa, che riguarda l’origine del Santuario, noterò che un piliere (pilastro) od oratorio campestre con l’effigie della Madonna, antichissima, diventò, a credenza dei fedeli, miracolosa, così che dai terrazzani (abitanti del luogo) si cominciò a costrurre una cappella, che di poi fu ingrandita, ma che tuttavia era insufficiente alla moltitudine dei devoti, in essa accorrenti. Il conte Filippo S. Martino di Agliè concepì il felice pensiero di costruirvi una chiesa capace e regolare. Ne fece dare il disegno, e cedendo i proventi feudali che ritraeva dalla valle, per la spesa di costruzione, si diede principio alla costruzione. Il vasto disegno fu compito soltanto a metà, e per l’altra si fece e si fa ancora servire l’antica cappella, non avendosi più potuto finora far la spesa voluta.  

Sparone

La chiesa di Santa Croce sorge sulla Rocca di Sparone ove esisteva, già prima dell’anno 1000, l’antico castrum che, secondo la tradizione, vide Re Arduino sostenere con successo l’assedio delle truppe dell’imperatore Enrico II di Germania. Del castello e delle antiche fortificazioni rimangono solo suggestive rovine, all’interno delle quali è situata – unico edificio integro - la chiesa romanica di Santa Croce.*** 85 - 86  *** L’aspetto della chiesa è alquanto sobrio: il suo fianco sinistro è addossato alle mura perimetrali della rocca; l’abside ed il fianco destro sono decorati con lesene intervallate da archetti pensili binati, elementi tipici, almeno dall’ XI secolo, dello stile romanico. La primitiva architettura romanica della chiesa venne modificata, senza tuttavia essere stravolta, negli anni successivi. Recenti lavori di restauro hanno riportato alla luce, nel catino absidale, importanti affreschi gotici databili verso la fine del Trecento.*** 87 - 90 *** 

Castelnuovo Nigra

 Santuario della Visitazione *** 91***A 3 km, salendo verso la montagna sovrastante, su un vasto ripiano, troviamo la cappella della Visitazione dalla data incerta (i valligiani parlano dell’inizio del 1800), è una curiosa costruzione, racchiusa fra due altri edifici utilizzati nei tempi passati dai margari della zona, presenta ad una prima occhiata una facciata molto ampia per poi accorgersi che solo la parte centrale è occupata dalla cappella con annesso un piccolo campanile. In essa vi sono affreschi del pittore Stornone. 

Villa Castelnuovo

Scendendo verso Castellamonte, sul Bric Filia (760 m)  si incontra il santuario della Madonna della Guardia, con la piccola cappella eretta nel 1594 in onore della SS. Trinità da conte Pompeo di S. Martino.*** 92 ***

Chiesanuova

 Chiesanuova conta circa 220 abitanti, distribuiti in varie frazioni e casolari sparsi sulle pendici del monte Quinzeina.Poco prima del capoluogo, dopo la frazione Massé, una carrozzabile ma da percorrere preferibilmente a piedi, raggiunge la cappella di Belice, altro santuario assai noto di questa  valle “sacra”, molto suggestivo per la sua raccolta solitudine e per lo splendido panorama. (Il Piemonte paese per paese, II, 300)***  93 – 94 – 95 ***